Materiale
– Fibre ottiche rigide del diametro di 4 mm, che utilizzano il sistema Hopkins. Sono auspicabili due fibre ottiche a 0° e 30° (o 70°). Le fibre ottiche di 2,7 mm di diametro sono utili nel bambino e nellefosse nasali strette.
– Trocart per la puntura del seno di 4,5 mm di diametro per permettere una senoscopia mascellare.
– Fonte di luce fredda da 150 a 250 W.

  • L’impiego di fibre ottiche rigide permette di eseguire delle procedure, per cui bisogna tenere a portata di mano il materiale per effettuare l’anestesia locale (Xilocaina nafazolinatat), cotone sterile,una spatola morbida per allargare il turbinato medio, cannule di aspirazione bottonute, pinze per eseguire dei prelievi, spazzole in dacront per l’esame citologico, una trappola-aspiratore per l’esame batteriologico.
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Tecnica d’esame
La rinoscopia a fibre ottiche viene eseguita meglio con il paziente in posizione distesa.
L’esame inizia con la rinoscopia anteriore; la fibra ottica come lo speculum, consente una visione agevole del vestibolo, della regione della valvola, del setto cartilagineo, della zona preturbinale, della testa del turbinato inferiore e dell’opercolo del turbinato medio.
La rinoscopia media inizia raggiungendo il piano dell’opercolo. L’avanzamento della fibra ottica avviene allora a livello del meato medio, tra turbinato inferiore e turbinato medio. Questa via definita «del grande canale» (Terrier) permette l’accesso alle strutture del meato medio che danno spesso le informazioni principali. Quando non è praticabile, a causa di un’ipertrofia dei turbinati o di un’importante deviazione del setto, si sceglie la via del pavimento, con la fibra ottica che scivola sul pavimento tra turbinato inferiore e setto. La rinoscopia media evidenzia il meato medio, l’opercolo e l’apofisi uncinata. Nella fessura premeatica si osserva la prominenza della bolla. Il meato medio è seguito fino alla coana, con la fibra ottica che entra successivamente nel rinofaringe.
Anche per la rinoscopia posteriore si può utilizzare la fibra ottica a 30° o 70° introducendo quest’ultima nel trocart posizionato in precedenza grazie alla fibra ottica a 0°. La fibra ottica, diretta su entrambi i lati e poi verso il basso, scopre i cercini tubarici, la placca linfoide e l’ipofaringe.
La fibra ottica è successivamente orientata verso l’alto e progressivamente ritirata con il trocart. Ciò permette una buona visualizzazione dei turbinati e meati superiori e del recesso sfenoetmoidale. A livello del meato medio, il fibroscopio scende nella profondità del rondò bullare, ricerca la stella delle docce e tenta di scoprirne gli orifici.

Dati dell’esame della parete esterna della fossa nasale 
– Turbinato inferiore e suo meato (Fig. 1).
Il turbinato presenta una superficie liscia, rossa, rosea, ma può avere a volte un aspetto verrucoso o muriforme.
Il meato inferiore non è mai il riflesso di una patologia sinusale; è a questo livello che si esegue la puntura per la senoscopia. Il canale nasolacrimale sbocca in questo meato a 1 cm dalla sua estremità anteriore.
– Turbinato medio e suo meato (Fig. 2).
È a questo livello che si aprono gli osti del seno mascellare, dell’etmoide anteriore e del seno frontale. Ciò conferma l’importanza del suo esame nella patologia sinusale. Schematicamente, la progressione dell’endoscopio permette di descrivere due arcate o ogive e il rondò bullare.
Prima ogiva: la testa del turbinato medio appare al centro della fibra ottica con due rilievi laterali: il setto verso l’interno e la bozza lacrimale in fuori (piega preturbinale di Terrier).
Seconda ogiva: passando la fibra ottica sotto l’opercolo del turbinato medio, si arriva di fronte alla bolla bordata lateralmente da due rilievi, il turbinato medio verso l’interno e l’apofisi uncinata in fuori.
Il rondò bullare (Fig. 3): fra i tre rilievi – turbinato medio, uncinato e bolla – esistono tre docce:

  • unciturbinale tra l’uncinato e il turbinato medio;

 


Turbinato inferiore e suo meato. (Fig.1)


Turbinatomedio e suo meato. (Fig.2)


Rondò bullaresinistro. (Fig.3)

1. Cellula meatale posteriore;
2. turbinato medio ; 
3  cellula soprabullare ; 
4. uncinata ; 
5. cellula meatale anteriore ; 
6. cellula unciforme;
7. bolla.


Turbinatosuperiore e suo meato. (Fig.4)
1. Turbinato superiore ; 
2.orificio sfenoidale;
3. setto nasale.

 – uncibullare tra l’uncinato e la bolla: è in questa sede che si apre il
seno mascellare;
– retrobullare tra bolla e turbinato medio.
Questo rondò bullare o stella delle docce, descritto da Terrier, è la regione costituita dalla bolla, dall’uncinato e dalle docce citate precedentemente. La fibra ottica a 30° (o a 70°) permette di precisare i dettagli di questa zona: la parte superiore della bolla presenta un becco e due corni; quello laterale collega la bolla all’uncinato, quello mediale collega la bolla al turbinato medio. Il corno laterale corrisponde alla radice settale dell’uncinato, il corno mediale corrisponde alla radice settale della bolla e all’arteria etmoidale anteriore.
– Turbinato superiore e suo meato (Fig. 4).
Si tratta di una zona spesso difficile da esaminare. Insinuando la fibra ottica sotto il turbinato superiore, si percepiscono i tre o quattro orifici delle cellule etmoidali posteriori. La parete definita superiore, o volta, corrisponde alla fossetta olfattiva molto difficile da vedere. Esiste soprattutto in questa regione, indietro su un piano verticale, una via importante, l’orifizio sfenoidale che si apre nel recesso sfenoetmoidale, 1 cm al di sopra ed esternamente all’arco delle coane. Inoltre, questo orifizio non è sempre facile da visualizzare.
Il setto rappresenta la parete interna delle fosse nasali :
– Raramente diritto, il setto presenta degli ispessimenti nelle classiche zone di giunzione osteocartilaginea.
– Uno sperone condrovomerieno può ostacolare, o perfino impedire, l’accesso al meato medio.
– L’arco settale nella parte posteriore libera rappresenta un buon punto di repere per l’esame del cavo rinofaringeo.
Il cavo rinofaringeo rappresenta l’ultima regione da esaminare
– La parete posterosuperiore è sede dell’amigdala faringea.
– La parete laterale presenta il cercine tubarico e la fossetta diRosenmüller.
Disinfezione. Sterilizzazione
Si esegue secondo le stesse modalità dei nasofibroscopi; alcuni endocoscopi termoresistenti possono essere sterilizzati in autoclave per 18 minuti a 134 °C.