L’orecchio elettronico è il mezzo di cui disponiamo per:
- verificare le caratteristiche elettroacustiche degli apparecchi acustici.
- verificare, mediante prove in vivo, se ciò che abbiamo applicato corrisponde a quanto richiesto o meno e, se no, dove e come dobbiamo intervenire per ottenere il voluto.
VERIFICA DELLE CARATTERISTICHE ELETTROACUSTICHE
Per far ciò dobbiamo seguire delle ben codificate regole, quindi dotarci delle norme CEI 29- 5 fascicolo 734 dell’I-10-85 o, meglio, delle nuove norme CEN-IEC 60118-0, 60118-1, 60118- 2 e successive.
Queste norme sono disponibili presso il CEI, (vedi glossario per indirizzo, telefono, e-mail) al quale vanno richieste.
Per verificare la funzionalità di un AA ci si avvale dell’orecchio elettronico o analizzatore
Acustico.
Metodi di verifica della resa protesica nei bambini e negli adulti.
La verifica della resa protesica è un momento fondamentale nella terapia protesico riabilitativa di adulti e bambini.
I bambini richiedono tecniche di verifiche specifiche che variano in funzione dell’età. Contrariamente a quanto si possa credere, la verifica nei bambini più piccoli (3-6 mesi) è più semplice in quanto è possibile sfruttare i frequenti momenti di sonno per effettuare le prove. I test infantili includono:
- RECD o meglio guadagno di inserzione. Consiste nella misura dell’amplificazione erogata dall’apparecchi acustico a livello del timpano. Si utilizza allo scopo un sottilissimo tubicino sonda, la prova richiede circa 1 minuto per orecchio e non è assolutamente dolorosa.
- audiometria comportamentale con strumenti sonori. Le prove vengono ripetute senza e con l’apparecchio acustico. viene valutato il “guadagno funzionale” della protesi. La misura è meno precisa del guadagno di inserzione che è sempre da preferirsi (se il bambino collabora).
- valutazione delle risposte alle stimolazioni ambientali. I genitori possono aiutare molto nella regolazione dell’apparecchio acustico riferendo le risposte del bambino ai suoni e rumori della vita famigliare.
- valutazione della resa della riabilitazione logopedica. La collaborazione tra audioprotesista e logopedista deve essere stretta e continuativa in quanto gli esercizi logopedici possono essere anche un ottimo strumento di verifica della resa protesica.
- compilazione di questionari per genitori e bambini in età scolare. Questi consentono la valutazione soggettiva dei benefici protesici nella vita di tutti i giorni. Le risposte dei questionari rappresentano pure una fotografia della soddisfazione d’uso.
I bambini dall’età di 3 – 5 anni sono in grado di svolgere le prove di audiometria vocale che vengono utilizzate per valutare i pazienti adulti. Il materiale e le modalità di esecuzione dei test sono ovviamente semplificate e adeguate a suscitare interesse e partecipazione nei bambini.
Nei pazienti adulti la verifica della resa protesica comprende:
- guadagno di inserzione. Consiste nella misura dell’amplificazione erogata dall’apparecchi acustico a livello del timpano. Si utilizza allo scopo un sottilissimo tubicino sonda, la prova richiede circa 1 minuto per orecchio e non è assolutamente dolorosa.
- audiometria vocale con e senza competizione. Le prove vengono ripetute senza e con l’apparecchio acustico. Viene valutata la capacità di intendere parole e frasi di uso comune. Questa prova fornisce anche il “guadagno funzionale” della protesi.
- compilazione di questionari. Questi consentono la valutazione soggettiva dei benefici protesici nella vita di tutti i giorni. Le risposte dei questionari rappresentano pure una fotografia della soddisfazione d’uso
La protesi acustica, se prescritta precocemente, è l’ausilio cardine per il recupero del bambino sordo. La prescrizione della protesi acustica senza dubbio riveste un’importanza non minore di qualsiasi altro approccio clinico o chirurgico per il ripristino dell’udito. In tutti i casi di sordità infantile, e a maggior ragione nei bambini al di sotto dell’anno di età, la diagnosi deve considerarsi suscettibile di revisione durante la riabilitazione.
La soglia uditiva fornita dagli esami audiometrici obiettivi e soggettivi, per quanto eseguiti con accuratezza, presenta un certo grado di imprecisione a cui si aggiunge l’eventualità che la sordità sia di tipo evolutivo e quindi tendente al peggioramento.
La protesi prescritta dal medico specialista deve possedere sistemi di regolazione flessibili tali da permettere adattamenti successivi senza ricorrere alla sua sostituzione.
Nella sordità di tipo grave l’uso della protesi acustica fornisce i risultati molto significativi in quanto rende possibile la strutturazione del linguaggio in soggetti altrimenti impossibilitati a farlo.
La banda di frequenza riprodotta dalla protesi deve essere la più ampia possibile anche nei casi in cui i residui uditivi siano presenti solo nell’ambito dei toni gravi.
La protesi deve possedere particolari caratteristiche per ridurre al minimo la distorsione ed il rumore di fondo, oltre ad una certa robustezza in quanto esposta ad elevate sollecitazioni, ad inevitabili cadute e all’azione del sudore.
Attualmente le classiche protesi di tipo analogico sono state affiancate da modelli, sempre analogici ma programmabili tramite computer; questa soluzione tecnica permette una più fine possibilità di regolazione.
Inoltre sono disponibili protesi digitali: il suono captato dal microfono viene trasformato, da un convertitore analogico-digitale in numeri che vengono elaborati da un microprocessore che effettua un’elaborazione del segnale in modo molto preciso. Al termine un altro convertitore digitale-analogico ritrasformerà il segnale in corrente che alimenta l’altoparlante di uscita (ricevitore).
I vantaggi delle protesi digitali sono:
- elevatissime possibilità di regolazione,
- riduzione del rumore ambientale,
- minor distorsione,
- maggior risoluzione in frequenza,
- controllo automatico dell’effetto Larsen,
- compatibilità elettromagnetica (assenza d’interferenze utilizzando i telefoni cellulari).
Le protesi digitali devono essere regolate tramite un computer, l’audioprotesista, per ottenere i miglior vantaggi da questa protesi, dovrà conoscere perfettamente ogni possibilità offerta dal programma di adattamento della protesi.
L’impatto con la protesi acustica non presenta particolari problemi per il bambino ed avviene in tempi brevi, se la diagnosi è stata scrupolosa: il bambino accetta volentieri l’amplificazione se non gli arreca fastidio e se gli viene presentata in modo gradevole. Se compare un rifiuto alla protesi, l’audiologo ha l’obbligo di verificare nuovamente l’iter diagnostico per evidenziare un’eventuale errore nella stima della perdita uditiva
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